martedì 15 gennaio 2013

Frantumarsi in pezzetti


Forse il brano più famoso dei tool è Schism.
Primo, trainante singolo del loro album dei record, Lateralus.


Liberatevi sette minuti di sottofondo e ascoltate questo lamento tribale, ricorrente, sconcertante:
http://www.youtube.com/watch?v=UhjG47gtMCo

Il bizzarro e controverso video è stato realizzato (come gli altri del gruppo) dal loro chitarrista, che ha studiato il cinema ancora prima della musica.

La parola più ripetuta nella canzone è forse "Communication", e io già negli scorsi giorni avevo parecchi dubbi sul valore di questa parola ai giorni nostri...



Altra parola che viene ascoltata molto sono i "pieces", i pezzetti di quello che una volta eravamo.
Una volta eravamo tutt'uno, lo credono in molti.

Lo scisma accade ogni giorno, in tantissime cose. Ogni minuto che dedichiamo più all'orgoglio e alle distrazione in luogo delle cose che hanno valore: si sente quel rumore di vetro rotto, lontano, ma si sente.
E quella sensazione che esista un modo in cui tutto si incastri, ma siamo noi a fare casino, beh, io ce l'ho. La nostra bocca si chiude, tra paure di esporre quello che veramente pensiamo, le altre persone che sono distratte quanto noi, gli argomenti alla moda che non rientrano nelle nostre vere preoccupazioni. Il nostro silenzio e la nostra solitudine prendono sempre più tempo della nostra giornata.



L'enciclopedia libera ci conferma che la "time signature" del pezzo cambia costantemente, circa 47 volte (!). La bravura della band è sicuramente effettuare questo sbriciolamento del tempo senza risultare leziosi o inespressivi. Anzi.

Vi consiglio l'approfondimento sulle "conseguenze del suono"
E già che ci sono ecco la versione della canzone con la traduzione in italiano che scorre.


Okkei, bisogna restare positivi. I pezzi possono tornare a incastrarsi.
Per chiudere allora più allegramente meglio usare una "Fall to pieces"
più romantica e abbordabile! Buona raccolta di pezzetti a tutti

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