martedì 28 gennaio 2014

SMok

Prima qualcosa prende fuoco. Improvvisamente. Poi il fumo non smette più. Come se fossero parole.

Indice del nuovo blog SMok

martedì 15 gennaio 2013

Frantumarsi in pezzetti


Forse il brano più famoso dei tool è Schism.
Primo, trainante singolo del loro album dei record, Lateralus.


Liberatevi sette minuti di sottofondo e ascoltate questo lamento tribale, ricorrente, sconcertante:
http://www.youtube.com/watch?v=UhjG47gtMCo

Il bizzarro e controverso video è stato realizzato (come gli altri del gruppo) dal loro chitarrista, che ha studiato il cinema ancora prima della musica.

La parola più ripetuta nella canzone è forse "Communication", e io già negli scorsi giorni avevo parecchi dubbi sul valore di questa parola ai giorni nostri...



Altra parola che viene ascoltata molto sono i "pieces", i pezzetti di quello che una volta eravamo.
Una volta eravamo tutt'uno, lo credono in molti.

Lo scisma accade ogni giorno, in tantissime cose. Ogni minuto che dedichiamo più all'orgoglio e alle distrazione in luogo delle cose che hanno valore: si sente quel rumore di vetro rotto, lontano, ma si sente.
E quella sensazione che esista un modo in cui tutto si incastri, ma siamo noi a fare casino, beh, io ce l'ho. La nostra bocca si chiude, tra paure di esporre quello che veramente pensiamo, le altre persone che sono distratte quanto noi, gli argomenti alla moda che non rientrano nelle nostre vere preoccupazioni. Il nostro silenzio e la nostra solitudine prendono sempre più tempo della nostra giornata.



L'enciclopedia libera ci conferma che la "time signature" del pezzo cambia costantemente, circa 47 volte (!). La bravura della band è sicuramente effettuare questo sbriciolamento del tempo senza risultare leziosi o inespressivi. Anzi.

Vi consiglio l'approfondimento sulle "conseguenze del suono"
E già che ci sono ecco la versione della canzone con la traduzione in italiano che scorre.


Okkei, bisogna restare positivi. I pezzi possono tornare a incastrarsi.
Per chiudere allora più allegramente meglio usare una "Fall to pieces"
più romantica e abbordabile! Buona raccolta di pezzetti a tutti

lunedì 14 gennaio 2013

Coerenza o libertà

Lo so, non dovrei commentare. 
Lo so lo so, sennò faccio il suo perfido gioco.
Ma che ci posso fare, lo so lo so lo so, ma ripeto gli stessi errori.



E' facile essere una persona che commette errori quando 
il mondo è questo posto caotico, quasi l'evoluzione di un embrione di errori:
Viviamo in un mondo di contraddizioni.
C'è chi dice una cosa, chi ne dice un'altra opposta.


Bisogna convivere con queste contraddizioni purtroppo, come? Ad esempio:
"E’ stato fantastico scoprire che un giornalista zombie era riuscito a resuscitare un politico zombie, seguito da ben oltre nove milioni di zombies i quali hanno scoperto che la crisi è tutta colpa della luna!"

Ci sono comunque [ironico] buone notizie, in fondo [/ironico],
ma quelle brutte lasciano l'eco di domande a un sistema che non conosce pietà:
a cosa mi riferisco? Ciao Aaron!

vi costringo ad un estratto dal link sopra:
##Il programmatore-attivista, in definitiva, aveva messo in piedi una forma di protesta senza trarne alcun vantaggio personale: decine di anni di galera per quello che in molti stentano a definire un crimine appare ai più una pena assolutamente sproporzionata. "Viviamo in un mondo dove gli artefici della crisi finanziaria se ne vanno tranquillamente a pranzo alla Casa Bianca", scrive Lawrence Lessig, giurista amico di Swartz e fondatore delle Creative Commons.##

Se vivi questo stesso mondo mio,
la libertà vera è qualcosa che uccide.

Io proprio non ne ho soluzioni. Forse bisogna solo cercare altrove.



venerdì 11 gennaio 2013

Il pendolare non è come le bugie


Una volta ero un ex-pendolare. Me lo ricordo bene come mi sentivo.
Gli stereotipi non arrivano a far comprendere le flessioni psico-fisiche che subisce l'individuo durante un prolungato periodo di pendolarismo.
Aimè, sono un ex-ex-pendolare.

Inutile stare qui a sparare a zero sulle scandalose condizioni di molte tratte delle temutissime FS, che oggi più furbescamente si fa chiamare: "trenitalia".

Certe volte abbiamo scene da film di guerra di tempi ormai andati, e invece ritornano, ve lo dico io, ritornano eccome.


Oggi riflettevo su due aspetti della questione 'treno in italia'.
Uno è che sui treni riusciamo a notare più palesemente l'esistenza di un atteggiamento nuovo nel nostro mondo sopraffollato, la regola del sospetto.
In generale di base una persona sconosciuta viene vista con un misto di timore e disgusto, fino a prova contraria. La prova anzi deve essere più di una, altrimenti non sappiamo se è un trucco per abbindolare.


Ci siamo forse abituati, almeno in Italia, che la comunicazione da parte degli estranei è innanzitutto originata da bisogno di soldi, di richieste di aiuto in generale, quasi sempre in cambio di nessuna controparte.
Faccio l'esempio: ci chiamano al telefono e vogliono venderci qualcosa di favoloso, suonano alla porta e la signorina giovane che "fa interviste" invece vende enciclopedie o abbonamenti a riviste.


Ci avvicina un ragazzo sorridente sul treno e fa qualche battuta con accento del Sud, poi ci vuole vendere i calzini. Oppure "un'offerta libera", se non siamo interessati (stranamente?) alla merce. Salvo poi aspettare dieci minuti sullo stesso treno e veniamo intercettati dal compare del ragazzo, anche lui stesse battute e stessa merce. Si arriva fino a tre compari, che ripassano il treno in lungo e in largo, non si fermano nemmeno di fronte al sonno delle persone o se ascoltano musica per non farsi disturbare (da chiunque).
Allora alla fine, se uno ti sorride, è perchè sta per fregarti. E il pendolare si tiene quanto mai isolato nella sua ora di viaggio. Qui troviamo un approfondimento sui pendolari asociali.



L'altro aspetto è più frivolo, ma è proprio una di quelle cose che ti chiedi "davvero non potevano fare diversamente?".
Se le bugie hanno i binari corti, forse trenitalia spera anche il pendolare abbia le gambe meno lunghe. In pratica lo spazio dedicato alle gambe in un treno è quasi la metà del già striminzito spazio di un cinema qualsiasi. Ci sono addirittura treni regionali che hanno posto per quattro, ma di spazio gambe ne abbiamo solo per due.



In informatica un programma prima del rilascio prevede una fase di prova, il testing. Basterebbe costringere al testing dei treni i dirigenti, per rendere tutto più ragionevole.

Se volete farvi altre risate sul tema: provate con la TAF.
Comunque tranquilli, eh. Abbiamo ancora tanti anni per continuare così.

martedì 8 gennaio 2013

Comunicazione come (dis)unione

In questi giorni sto applicando con qualche difficoltà la buona pratica di una sola cosa alla volta,
e con risultati molto scarsi per altro.
Così oggi scopro che Roberto Saviano ci segnala questo interessante blog su tumblr:
http://weneverlookup.tumblr.com
Cosa provate nell'aprire quella pagina? Io mi sento molto stupido a scorrere quelle foto,
mi sembra di guardarmi allo specchio, sono così per gran parte del tempo libero della mia giornata!
Ma come ho/abbiamo fatto?



Le nuove tecnologie nel giro di pochi mesi sono talmente radicate nei nostri atteggiamenti, che non riusciamo più a renderci conto dell'isolamento e l'apatia sociale a cui ci riduciamo con le nuove forme di comunicazione.

Ipotizzavo questa sera che le persone che hanno uno smartphone probabilmente comunicano più facilmente e spesso con una persona da un'altra parte che con quelle attorno a loro. Poi quando le stesse persone incontrano i destinatari dei loro messaggi/facebook/email/whatsup dal vivo, si ritrovano probabilmente a parlare con ulteriori altre persone, piuttosto che aprire discorsi già esauriti con i presenti. Lo definirei il paradosso dell'eterna comunicazione distante.




Comunichiamo solo a una buona distanza di sicurezza, come quando guardiamo il telegiornale e possiamo vedere caterve di morti e problemi in una realtà che non ci è fisicamente vicina.
Ho conosciuto persone che si sono trovate meglio "a commentarsi su facebook" che a parlarsi dal vivo. Sono magari amici di amici che si conoscono e si parlano, ma su social network riescono a sentirsi più liberi dell'imbarazzo, la magia naturalmente svanisce nella cruda, difficile, deprimente realtà.

In effetti la comunicazione che include corpi reali, che si vedono e sono a portata di tocco hanno delle barriere implicite psicologiche non indifferenti. Immaginatevi Freud quanti chili di pagine scriverebbe con tutto il materiale che mostriamo giornalmente nella nostra progressiva riduzione verso il silenzio vocale, la scomparsa dei suoni che danno forma e presenza ai pensieri. Forse troppo materiale? Chissà che non impazzirebbe lui stesso difronte alla follia sociopatica dilagante.



Ma voglio chiudere la chiosa con una citazione inglese su base scientifica:
According to unshakable rules of physics, the more friends you have, the less of friends they are.

lunedì 17 dicembre 2012

de·com·po·si·tion




Oggi la parola del giorno è mono-tasking.

La tecnologia moderna che evolve ci rende sempre più robotici, tanto che anche noi dobbiamo essere "multi-tasking", fare più cose contemporaneamente, pensare a più compiti in simultanea/parallelo.
Cosa ci sta facendo "internet" che richiede la nostra attenzione da più parti continuamente (i famosi avvisi, o alert. esempio: il tuo telefonino ti segnala una e-mail mentre stavi facendo qualcosa, mentre leggi l'email ti arriva una chiamata, e così all'infinito lasciando aperti processi che non vedranno mai una vera fine e conclusione)
Cosa ci sta facendo l'internet multi-tasking?

"It's making us inefficient, distracted, and hurting our memory" 

Semplice = Bello

Voi siete interessati a trovare una cosa da fare, una sola, senza distrazioni, per un giorno intero?
Buona ricerca

Lo spunto:
Approfondimento in inglese:

mercoledì 21 novembre 2012

Scrittura saporita da "nano"

Anche oggi un sito stupendo scoperto troppo tardi:
http://www.nanowrimo.org/en

Nella sezione "come funziona", il punto 5, quello dopo essersi iscritti e aver confermato la registrazione:

"Begin procrastinating by reading through all the great advice and funny stories in the forums. Post some stories and questions of your own. Get excited. Get nervous. Try to rope someone else into doing this with you. Eat lots of chocolate and stockpile noveling rewards."



Sarà quel discorso sul mangiare tanta cioccolata, ma vi dico una cosa:
Mi segno sul calendario che il Novembre dell'anno prossimo SONO IMPEGNATO
Mi allenerò pure a scrivere nel frattempo, e a leggere sui blog le intriganti frustrazioni delle persone che ammirano quel sito:
http://edtechlife.com/?p=2999

Per sicurezza: imparare a scrivere con la cioccolata sarà di aiuto e di ispirazione!
http://www.youtube.com/watch?v=rGzLJmtFHsU